Stiamo viaggiando da due anni sulla strada impervia di un evento paranormativo a livello mondiale che da andrà tutto bene in pochi mesi sta durando anni.

Abbiamo dovuto rimodulare le nostre vite, il modo di pensarle, di uscire, di lavorare, di curarci, di studiare e sì anche di amare.

Ci è stato chiesto, ma non da un governo o da un pool di scienziati, ma dalla vita stessa di cambiare e continuare a farlo ad ogni cambio colore… rosso/ giallo e il bianco che non arrivava mai… e che la sola speranza di averlo come colore sulla propria regione ci spingeva ad aderire alle regole e sperare… di tornare ad una normalità che molti non ricordano più.

Tutti eravamo, siamo dentro!!

Gli stessi politici, medici e psicologi che avevano e hanno il compito di assistere e supportare la popolazione erano e sono essi stessi popolazione da assistere: una cosa nuova mai accaduta. Le pandemie della storia erano circoscritte a luoghi e persone che venivano isolate da tutto il resto, tutto un resto che continuava e poteva vivere senza aver vissuto sulla propria pelle lo stesso trauma.

Adesso, ancora con il disorientamento cognitivo di questi due anni, la fatica di riprendere una vita a cui non si riesce a stare più dietro nei ritmi che impongono presenza sia virtuale che fisica. La guerra!

La frattura nella frattura…

(tràuma s. m. [dal gr. τραῦμα (-ατος) «ferita»] (pl. –i). – In medicina, lesione prodotta nell’organismo da un qualsiasi agente capace di azione improvvisa, rapida e violenta)

Un altro cambiamento, un altro evento paranormativo in uno già in corso e che forse si aggiunge ad altri che le persone singolarmente vivono nel loro piccolo.

Come se ne esce???

Seguendo un webinar di Spazio Iris https://www.spazioiris.it/la-grande-illusione-crisi-ucraina/ molto interessante e davvero stimolante si è parlato di questi argomenti, tanto da ispirare questo articolo. Riporto alcuni concetti che mi hanno colpito e aiutato anche a riformulare la visione di questa nuova vita con la guerra dentro, con la caccia a iodio, bunker e tute antiradiazioni piuttosto che mascherine, lievito e vaccini.

Fondamentalmente si parla sempre di mancanza di controllo e di comprensione che genera smarrimento. Un controllo e una comprensione, degli aspetti anticipatori della vita che cadono da un momento all’altro: dove c’è un prima, un passato prevedibile (domani mi alzo devo fare questo e quello/ quest’ estate vado in vacanza/…) c’è un adesso imprevedibile non più sotto il mio controllo: fermo bloccato nel qui e ora senza possibilità di pensare un futuro come prima.

Non poter anticipare, programmare, fare previsioni ma soprattutto la non comprensione degli eventi che ci pone dentro una situazione percepita come una follia, follia perché non riesco a spiegarla logicamente, perché non riesco a spiegarmela.

Ecco nel webinar si parlava proprio di come scegliere cosa fare di quello che mi sta succedendo in questa follia che sto vivendo tutt’attorno… sembra essere la strada da seguire…per uscirne e sfruttare la resilienza.

Questa affermazione ovviamente apre uno squarcio sul <<effettivamente cosa posso farci di tutto questo…? Dei miei vissuti, delle mie emozioni, della mia paura e del mio coraggio?

Scrivere articoli, condividere informazioni, fonti attendibili rimedi miracolosi, raccogliere fondi, raccogliere materiale di primo soccorso e assistenza: sentirsi utili a se stessi e agli altri?>>

Ho adorato ieri il modo di utilizzare il mito di medusa del Dott. Luca Pezzullo
Psicologo dell’emergenza.

Medusa simbolo del fluire della vita che ci sprona a non opporci ai cambiamenti pena l’addentrarsi negli abissi di noi stessi delle nostre emozioni che non abbiamo avuto il coraggio di vedere e che il suo volto ci rimanda pietrificandoci, bloccandoci. L’alternativa al blocco potrebbe essere lasciarci andare nel fluire della vita e accettare e riconoscere le proprie emozioni e paure e trasformarle in coraggio per andare avanti, compiendo scelte nostre, riprendendo il controllo su di noi accentando che c’è una “follia” che non possiamo comprendere alla quale forse solo noi possiamo dare un senso all’interno della nostra esperienza di vita.

Dott.ssa Laura Collevecchio